di Anna Rambelli
tratto da "Appunti di informatica libera"
Finito il regno della meccanica, inizia il regno dell’informatica. Voglio fare una riflessione che
possa servirti da incitamento e da incoraggiamento per elevare il tuo animo, per approfondire
il culto della scienza. Io intendo «la scienza» quel sapere che mai, per nessun motivo, ti porta
lontano da ciò che sono i principi elementari e di base della persona e che mai vanno contro a ciò
che io intendo «dignità» dell’uomo.
Il libro non vuole essere solo uno strumento meccanico. Aggiungi a tutto questo sapere il calore
di un sentimento, di una comprensione che ti porti al di sopra di ogni bassa intenzione.
L’umano vivere è così semplice che di fronte all’evoluzione dell’informatica, potrebbe anche
essere soffocato e imprigionato da questa enorme invenzione che proietta il tuo pensiero verso
mete e orizzonti così vicini e nello stesso tempo così lontani. È cosa meravigliosa tutto questo e tu
cerca di viverlo con accortezza, ma sempre con la precisa intenzione che i tuoi piedi appoggiano
sulla terra. Non permettere al tuo pensiero di allontanarti troppo da questa realtà. L’informatica
potrebbe prendere il sopravvento e portarti lontano dalla tua identità e dal tuo essere morale. Non
permettere che questo ti nuocia procurandoti un’insensibilità e un’incapacità a dialogare con il
tuo simile. Il silenzio che regna tra la tua persona e la macchina che ti sta di fronte non può
diventare il silenzio della tua vita. Ricorda sempre che la comunicazione di cui hai bisogno e di
cui la tua anima necessita, è non solo verbale, ma soprattutto è fatta di sentimenti e di emozioni.
Mi meraviglierei molto se tu, uomo di sapere e di sapienza, ti lasciassi andare a questi automatismi
senza usare anche la tua anima. E sarei molto incredula se qualcuno mi dicesse che questo
sistema di comunicare, l’informatica, ti portasse a quella schiavitù che i tuoi avi sono riusciti
a debellare con il sangue e con la sofferenza. Ma questa, sappi, che sarebbe una schiavitù alla
quale non potresti mai ribellarti, perché tu stesso l’hai creata, imbalsamando il tuo pensiero, la
tua anima e le tue emozioni nell’involucro del tuo corpo.
La storia porta continuamente esempi di rivoluzioni nel campo delle invenzioni e delle scoperte.
Anche questa si può considerare un’era nuova. Questo inizio di secolo racchiude delle innovazioni
molto tecnologiche che fra qualche anno, sicuramente, avranno capovolto il modo normale del
vivere. Sta sempre nell’intelligenza e nella capacità intuitiva dell’uomo usare questa rivoluzione
informatica per un uso costruttivo ed equilibrato. È facile che questa nuova tecnologia possa
sfociare in situazioni estremamente pericolose.
Nell’uomo è sempre presente la scintilla della ricerca e del desiderio di scoprire tecnologie o
sistemi nuovi in tutti i settori, per poi migliorare sia il tenore di vita, sia l’insieme dei sistemi
economici. Questo rientra nel progresso, nell’evoluzione umana. La tua attenzione per questo
nuovo mezzo, deve prima portarti a fare una piccola riflessione, in modo da usarla per diminuire
la tua fatica, ma nello stesso tempo per affinare le tue capacità personali; intendo con questo i
tuoi principi, la tua morale e soprattutto la tua identità.
L’informatica serve per aumentare tutte le risorse a tutti i livelli, ma ha un grosso limite che tu
devi considerare e di cui devi renderti conto immediatamente. Altrimenti, se ti lasci dominare e
se ti lasci prendere dal fanatismo e dall’euforia di questo, rischi di inaridirti, di perdere la dignità
dell’essere umano che ha una personalità, dei sentimenti e una morale. Questa è la cosa più
importante, per cui ti devi impegnare a far sì che questa macchina non prenda il sopravvento sul
tuo tempo e non ti faccia diventare schiavo e dipendente.